“Fantasme” in trionfo a Teatrosophia le donne coraggiose dimenticate dalla storia

Martoriate, tanto. Martirizzate, poco. Il tempo poi scorre veloce, e velocemente archivia. Nella grande stanza del silenzio ci sono finite a migliaia, nel corso della storia. Donne abusate, maltrattate, tradite. Morte sì nel corpo, ma rimaste sulla Terra con lo spirito. Aleggiano nell’aria, sono le presenze che Claudio Marrucci e Carmela Parissi raccontano nel libro Fantasme. Da Messalina a Giorgiana Masi pubblicato da Fefè Editore.  Delle 25 storie presentate tra le sue pagine, 9 sono state scelte da Guido Lomoro per un adattamento teatrale proposto in scena a Teatrosophia dal 10 al 15 maggio. Sei date da tutto esaurito, pubblico che ha apprezzato e tributato con scroscianti applausi lo spettacolo.

Le “Fantasme” rispondono ai nomi di Gaia Lavinia Volumnia, Bianca Maria Aloisia Malaspina, Bianca Lancia, Lucrezia Borgia, Artemisia Gentileschi, Beatrice Cenci, Bianca Maria Martinengo, Rita Rosani e Giorgiana Masi. Nella drammaturgia vengono suddivise in tre quadri, con la scenografia di Enzo Piscopo, le luci di Adalia Caroli e le musiche di Theo Allegretti a conferire atmosfera e profondità ai monologhi di Maria Concetta Borgese, Marta Iacopini e Silvia Mazzotta. Sono vestite di bianco, tutte e tre. Si cambiano, all’ultimo quadro.
Comunicano con lo sguardo rivolto sempre al pubblico e in platea portano alcune scene, allargando a tutto campo lo spazio scenico. Il racconto e il commento dei rispettivi vissuti si accompagnano a uno spiccato dinamismo corporale. Le attrici sono sempre in movimento, ora in piedi ora a terra, ora separate ora attorcigliate. Si divincolano nervosamente, oppure danzano. Smorfie in volto. Equilibrio fragile. Espressività potente. Efficaci nell’accentuare il disagio e la sofferenza di fronte ai soprusi che attraversando i secoli e le condizioni sociali hanno descritto una matrice precisa: il rapporto sbilanciato con gli uomini. Che le rende succubi, le fa sentire in colpa anche per errori che non hanno commesso, le sminuisce anche ai loro stessi occhi. Donano amore, fedeltà e lealtà ma in cambio ricevono emarginazione, maltrattamenti, opportunismo. Sono corpi, alla stregua delle bestie. Trattate, a volte, peggio delle bestie.

Ma le Fantasme hanno anche coraggio, personalità, voglia di riscatto. Si fanno paladine, lasciano messaggi per le generazioni future. E pagano con il prezzo più alto il tentativo di affrancamento. Che arriva: in modi diversi, in epoche lontane tra loro, in ambienti sociali agli antipodi. Ma con il minimo comune denominatore dell’affermazione di sé come persone libere e degne di rispetto.

I loro sacrifici hanno scosso il “sistema” a trazione maschile, ma ancor’oggi si è lontani dall’agognata parità. Il terreno sotto le scarpe bianche è ancora sporco, le suole si colorano di nero.  E le donne, che siano vive o Fantasme, perseverano nella loro lotta.

FANTASME

Adattamento e regia di Guido Lomoro

con: Maria Concetta Borgese, Marta Iacopini e Silvia Mazzotta

Musiche originali Theo Allegretti

Disegno luci Adalia Caroli

Scenografia Enzo Piscopo

Costumi Tania Orsini

Produzione Teatrosophia