Auguri Adriano, artista senza tempo

Ricordo come fosse ieri quando nel 1975 in qualità di  ufficio stampa della produzione di quel capolavoro che fu e resta Yuppi Du, diretto scritto, musicato  da Adriano e interpretato insieme a Claudia MoriCharlotte Rampling,  Gino Santercole e Lino Toffolo, presentai come si usava all’epoca il film prima dell’uscita nelle sale ai critici, organizzando una delle proiezioni a Roma alla CDS di via Margutta per Gianluigi Rondi critico de Il Tempo e Giovanni Grazzini del Corriere della Sera, mentre Celentano aspettava l’esito a Milano.

Alla fine del film, sia Rondi che Grazzini entusiasti del film mi espressero seri dubbi sulla regia, non credendo che Adriano bravissimo cantante avesse realmente realizzato come regista il film. Fui costretto a chiamare per telefono seduta stante Angelo Bagnato, dirigente amministrativo a Venezia della Biennale Cinema, testimone dei mesi di ripresa del film in esterni proprio in laguna, il quale confermò che il film era stato non solo diretto da Adriano, che per l’occasione aveva fatto chiudere il centro storico, ma anche provveduto quotidianamente al montaggio del film, in un ufficio a due isolati dall’hotel Gritti. Il risultato fu che entrambi i critici scrissero entusiasti del film paragonando Adriano Celentano al grande regista Fernando Arrabal. Yuppi Du rappresentò l’Italia in concorso per la Palma d’oro al Festival di Cannes. Il resto è storia come i tanti film che seguirono diretti da “Il ragazzo della via Gluck”.

Allora, caro maestro alle volte “molleggiato” o “re degli ignoranti”,  per le tue splendide 85 primavere compiute ieri, chiudo queste poche righe dopo averti visto sorridente e in gran forma in un breve filmato con l’amico Cristiano Malgioglio a casa tua a Galbiate, augurandoti tanta felicità con la citazione  di un bell’articolo della nostra comune amica Mimmina Quirico che scriveva all’epoca: “Tu ti aspetti di incontrare Adriano Celentano e invece incontri Adriano Celentano con tutte le canzoni” e aggiungo io dipinte d’azzurro e quel Yuppi Du è diventato come te un simbolo. Auguri maestro!