Angela: un loop alchemico al Teatro Argentina

La vita di una donna si svolge davanti ai nostri occhi in uno spazio che si trasforma costantemente, passando dal reale al virtuale

La vita di una donna si svolge davanti ai nostri occhi in uno spazio che si trasforma costantemente, passando dal reale al vir

Un rumore strozzato, come di tosse, il giro ipnotico del ventilatore a scandire il tempo; uno spazio liquido e fermo come primo frame per Angela ( a strange loop) di Susanne Kennedy in scena fino al 20 settembre al Teatro Argentina di Roma nell’ambito del Roma Europa Festival 2023.

Talmente sgargiante da sembrare artefatto, l’intero impianto scenografico-  affidato all’ingegno dell’artista multimediale Markus Selg– è spazio virtuale, si fa evocatore di un mondo parallelo e straniante dove tutto appare fluido, dove il confine tra realtà e rappresentazione sembra subire uno strappo.

Exit exit exit. La soprascritta che domina il fondale è forse un’indicazione, o un’esortazione, o un grido lacerato rivolto alla psiche; ma ogni elemento sebbene sottoposto a deformazione, è reale o meglio:

»La storia che segue è vera. Per quanto ne so».

It is an alchemical process

L’intera rappresentazione appare come vivida metafora di un processo alchemico che si dichiara e si scandisce in una struttura tripartita: tre fasi, rispettivamente la fase nera iniziale (NIGREDO), la fase bianca intermedia (ALBEDO) e – la fase rossa finale (RUBEDO) che richiamando gli stadi cardine dell’alchimia, si configurano passaggio metamorfico dalla putrefazione alla distillazione, dalla distillazione alla sublimazione intesa come catarsi o ancor più come riunificazione degli opposti sotto l’effetto del fuoco. La premessa di un legame tra la psiche della protagonista (Ixchel Mendoza Hernández) e l’elemento rituale che sottende i cicli della chimica esoterica ha l’effetto di scardinare i parametri dimensionali della realtà. Laddove l’ambiente esterno appare ridotto, claustrofobico, limitato; la dimensione interiore va a configurarsi come soggetta a un processo di inesauribile dilatazione, a tratti agghiacciante dirottata verso uno spazio altro, sotterraneo.

A porsi come elemento contestualizzante, è il sussistere della malattia della protagonista, un morbo distruttivo e ignoto i cui sintomi, a tratti simili ad una febbre, sanno farsi evocatori di una patologia più estesa suggerendo una possibile ulteriore lettura dell’intera rappresentazione in cui la ricerca dell’io procede di pari passo con la ricerca del male dal quale l’io è dominato.

Angela (a strange loop) al Teatro Argentina

Un divario tra voce e corpo

L’ambiente domestico è un luogo di passaggio, i personaggi lo attraversano, entrano da una porta ed escono dall’altra, lo permeano con la loro presenza- a tratti fantasmatica, raschiante, grottesca- per poi scomparire. Accade per Brad (Dominic Santia) fidanzato di Angela e figura silenziosa che esordisce sulla scena portando con sé una busta contenente fast food, poi senza esitazioni termina il suo pasto e abbandona la scena. Accade per la mamma (Kate Strong), spettro impotente davanti ad un male che non comprende del tutto, accade per Susie (Tarren Johnson), l’amica della protagonista. Uno schema di attraversamento e abbandono reiterato per l’intera rappresentazione dove il ritmo lento e la percezione di straniamento viene accentuata dal divario tra il movimento e le voci degli attori, volutamente pre-registrate e poi adattate alla scena a partire dalla tecnica metamorfica di Markus Seld.

Se ciò che allo spettatore è concesso comprendere riguardo alla protagonista, è l’attività di influencer YouTube e il cupo persistere di un male illocalizzabile e diffuso, è ancora una volta l’artificio digitale a dare corpo alla scena, questa volta declinato nella figura di un avatar animalesco e antropomorfo che parlando da uno schermo televisivo assume il ruolo di voce narrante.

Così come – afferma Selg- il video definisce sia l’ambiente esterno che il paesaggio interno dello spettacolo, la distanza che intercorre tra l’espressione corporea e quella vocale è strumento in grado di alimentare la sospensione contribuendo alla resa di un’umanità che si afferma come metallica, distorta e sotterranea allo stesso tempo.

L’io che emerge nell’iper-infiammazione

Sogno, urlo nel sogno e sui due lati del sogno rendo sovrana la mia volontà– ancora una volta la nostra visione ci restituisce un’immagine vivida che, sebbene artificialmente costruita, appare fluida, veritiera. Il fuoco irrompe sulla scena e all’occhio sembra di credere che quel fuoco esista davvero. Il rubedo, la fiamma della purificazione che ricongiunge colei che si è persa dentro se stessa. Non sappiamo se sia Angela ad essersi perduta o se sia stato solo il suo corpo a farlo, la stessa misura dell’organismo appare dilatata fino al confine del surreale, i limiti dell’immaginario sfocano spalancando le porte di un altro mondo, illocalizzato così come lo era la malattia. Se poco prima la protagonista aveva il cuore fuori dal corpo sembra ora essersi scoperta e così, ricongiunta.

Il processo di disvelamento, attuatosi attraverso la consapevolezza della morte – va tutto bene, stai morendo, tutto qua– e forse con il contributo della figura liminare della violinista (Diamanda La Berge Dramm) si compie attraverso l’elemento primario in una traiettoria ritualizzata, estrema.

Il passaggio compiuto nelle spire di una foresta psichedelica è motore di una trasfigurazione della quale è però impossibile ripercorrere la traiettoria. Lo spazio come il tempo non sono più in grado consentire la percezione della realtà: è una storia successa ieri, però so che sarà domani.

ANGELA (a strange loop ) – ideato, scritto e diretto : Susanne Kennedy –  Dramaturgia: Helena Eckert Con:  Diamanda La Berge Dramm, Ixchel Mendoza Hernández, Kate Strong, Tarren, Johnson, Dominic Santia – Voci: Diamanda La Berge Dramm, Cathal Sheerin, Kate Strong, Rita Kahn Chen, Rubina Schuth, Tarren Johnson, Susanne Kennedy, Ethan Braun, Dominic Santia, Ixchel Mendoza Hernández, Marie Schleef, Ruth Rosenfeld – Tecnico del suono: Richard Alexander – Musiche: Richard Alexander, Diamanda La Berge Dramm – Musiche dal vivo: Diamanda La Berge Dramm – Video design: Rodrik Biersteker, Markus Selg – Costumi: Andra Dumitrascu – Luci: Rainer Casper  – Produzione : ULTRAWORLD PRODUCTIONS – Teatro Argentina 19 e 20 settembre 2023.

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