Al Festival di Cannes tra Sciuscià restaurata e il docufilm su Romy Schnider attesa per Valeria Bruni Tedeschi.

Applausi a scena aperta sotto la luna, sulla spiaggia davanti al Palais des Festivals a Cannes alle proiezioni di mezzanotte dedicate alle  copie restaurate dei grandi film della storia del cinema

Folla di pubblico giovane in religiosa ammirazione per seguire per la prima volta, la copia restaurata di Sciuscià, capolavoro del 1946,  film che fece vincere l’Oscar per la prima volta a un giovanissimo regista Vittorio De Sica (ne conquistò  poi altri quattro), sceneggiato da grandi autori come Cesare Zavattini e Sergio Amidei e interpretato da un Franco Interlenghi al debutto nel ruolo del protagonista Pasquale  nella Napoli appena liberata dai tedeschi. Il film è a storia di due ragazzini che sbarcano il lunario come lustrascarpe da strada che sognano di cambiare vita comprando un cavallo bianco tutto per loro e per averlo accettano di sporcarsi le mani con un “lavoretto” per adulti che aprirà loro le porte del carcere minorile.

Quel film commosse il pubblico e la critica di tutto il mondo, contribuendo con altri film del neorealismo italiano come Roma città aperta” di Rossellini e Ladri di biciclette ancora di De sica film che contribuirono nel dopoguerra a restituire all’Italia sconfitta un’immagine di umanità e coraggio assai lontana dal fascismo spregiudicato che segnò il nostro Paese in quel lungo ventennio e che fecero gridare al “capolavoro.  Il film è stato inserito nei 100 film italiani di sempre da salvare!

Altro omaggio di Cannes è stato quello dedicato in queste ore ai film e alla vita artistica dell’indimenticata attrice austriaca ma naturalizzata francese Romy Schneider, grande amore di Alain Delon, grazie al bel documentario firmato da Lucie Caries dal titolo Romy femme libre.

Aldilà dell’icona che è diventata per il pubblico e per la storia stessa del cinema è stata protagonista di film indimenticabili come La Principessa Sissi, La piscina, L’amante pura (entrambi con Delon), Boccaccio 70(De Sica, Fellini, Monicelli e Visconti), Il Processo (Orson Wells), La Califfa (romanzo e regia Alberto Bevilacqua), Ludwig (capolavoro di Visconti), Gli innocenti (Chabrol). Una vita privata popolata di contrasti fra amori, successi e tragedie famigliari come la perdita dell’unico figlio a soli dieci anni, “la carismatica Romy Schneider è  stata una donna libera che non ha mai smesso di crescere!”, ha scritto la stampa francese.

Intanto il Festival affronta il suo percorso finale in attesa del musical su “Elvis” di Buz Larman e di Nostalgia di Mario Martone unico film italiano in concorso, presentando nella sessione “Un certain regard”, Holy spider del regista iraniano Ali Abbassi, film molto discusso politicamente che si rifà alla cronaca legata a una serie di femminicidi avvenuti nella città santa di Mashhad in Iran.

Il concorso infine accende i riflettori sullo schermo e sul red carpet dove sfileranno l’attrice e regista Valeria Bruni Tedeschi e gli attori di Les Amandiers; anche se il film è una produzione francese si respira aria italiana vista la presenza su le Montée des Marches di Carla Bruni sorella di Valeria e moglie dell’ex Presidente Nicolas Sarkozy.

Il film è una commedia ambientata nella Francia degli anni ottanta nella famosa scuola di recitazione diretta da Patrice  Chéreau, un film sulla scoperta del mondo artistico frequentato dalla stessa Valeria Bruni Tedeschi che avrà  il volto di  Louis Garrell.

* Critico cinematografico e letterario, giornalista, dal 1976 inviato speciale RAI (TG1, TG2, TG3, TG3 Regionale, Rete Uno, Rete Due, Rete Tre) per Cinema, Spettacolo, Costume.

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