ai tempi del corona. In due ore o poco più

“ai tempi del corona. In due ore o poco più!” di Mara Fux: la recensione

 di Miriam Bocchino

 

“ai tempi del corona. In due ore o poco più!” è il nuovo romanzo di Mara Fux, edito da Prospettiva editrice.

Il libro, come riporta il titolo, si legge “in due ore o poco più” e racconta le banalità dell’inconsueto che diventano straordinarie.

Mara Fux, con la “penna” fluida già dimostrata nel romanzo precedente “Tutta colpa di Maria” catapulta il lettore nel momento esatto in cui il Covid – 19 ha preso il sopravvento sulle vite di tutti. L’autrice pone l’attenzione sullo stravolgimento della routine quotidiana, divenuta terribilmente anomala pur se banale nella sua manifestazione.  

Scorrendo le pagine de “ai tempi del corona. In due ore o poco più!” si conoscono le esistenze di persone comuni in cui ognuno di noi può sentirsi rappresentato.

“…guardò la pendola sulla parete. Era ora di pranzo, l’ora giusta per divorarne ogni millimetro…”

Nicasio, innamorato di Roberto, trascorre le giornate pensando al suo amore distante. “RESTATE IN CASA” è l’odine del governo che diviene motivo scatenante di struggente sofferenza ma anche di comprensione per quell’amore che necessita di essere “luce”.

Livia che già trascorreva, prima del Covid, le sue giornate in casa, scrivendo e stilando interviste, comprende come quel virus, da lei inizialmente “bistrattato” sia pericoloso e mortifero.

Fabio, chiuso nella sua casa, vuole credere che un amore sepolto 30 anni prima possa ritornare tra le note di una canzone.

Valeria vive le difficoltà di una convivenza forzata: insieme a Elisa e alla loro bambina si mostra insofferente al vivere quotidiano, costellato di incomprensioni e disattenzioni.

Alessandra vive sulla propria pelle il pericolo del Covid – 19 quando il marito medico Luigi si ammala.

Simonetta, sposata con Andrea, molto più grande di lei, prova la paura di perdere la persona amata a causa di un virus che colpisce i più fragili.

Laura chiusa in un appartamento apparentemente solitario insieme al cane Funky nasconde il dolore cucinando, persa tra le aspettative disattese e i sogni non più realizzati.

Susan si chiede cosa fare della propria esistenza dopo l’abbandono di Maurizio: ritornare in America dai suoi affetti?

Gabriella medita la possibilità di scegliere: ora che il matrimonio non è più necessitante di apparenza vuole lasciare all’altra quel marito da anni fedifrago.

Katia immagina i suoi giorni, tra le braccia dell’amante Mauro, pur trascorrendo il tempo con il marito Giorgio.

Domenico  vigila, con attenzione, in sella al suo cavallo sulla popolazione, cercando di stare lontano da un virus che annienta.

Carla pensa alle sue figlie troppo piccole per sopportare il sacrificio della solitudine e della lontananza.

Lorenzo plasma il corpo di Francesca con la sua arte, vivendo nella voluttuosità della passione.

Teresa realizza il sogno di una casa vista Tevere nei giorni della pandemia: questo la costringe a vivere con il marito Francesco in una situazione di disagio che fa scaturire in lei interrogativi sul matrimonio.

Infine c’è Beppe Cantore, intervistato da Livia, che chiuso in casa esiste nell’attesa di un ritorno.

Immobilità apparente: i protagonisti de “ai tempi del corona. In due ore o poco più!” appaiono in stasi, nell’attesa di un cambiamento. La staticità è solo parvenza perché chiusi nelle case tutti aspirano al mutamento, a una nuova rinascita. Nonostante il dolore, il silenzio, la costrizione, l’essere umano continua a credere, a sognare e a sperare.

“Anche quel giorno metà giornata era finalmente passata e con un po’ di pazienza pure la vita avrebbe prima o poi ripreso a proseguire. Non sapeva quando, ma prima o poi sarebbe successo.”

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