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“Fuoco sublime” di Raffaella Bonsignori
19 Marzo @ 16:30 – 18:00 CET
Sala Matteotti – Palazzo Montecitorio
19 marzo 2024 – ore 16,30
Presentazione del libro di Raffaella Bonsignori
FUOCO SUBLIME
Il 19 marzo 2024, alle 16.30, presso la Sala Matteotti di Montecitorio si terrà la presentazione del testo teatrale Fuoco Sublime di Raffaella Bonsignori, testo incentrato sulla figura di Michelangelo Buonarroti. Per il particolare pregio dell’opera teatrale e del saggio storico-artistico scritto dall’Autrice e posto a corredo del testo, nel 2022 Fuoco Sublimeè stato inserito nel prestigioso catalogo della Biblioteca Michelangiolesca di Caprese, nella casa natale del Buonarroti.
Dopo il saluto del vice ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, on. Bellucci, l’Autrice interverrà sul tema “I Segreti di Michelangelo tra Arte e Vita”.
All’introduzione dell’Autrice seguirà la prima lettura pubblica di Fuoco Sublime, sebbene non integrale per ragioni di luogo e di tempo. Nel ruolo di Michelangelo Maximilian Nisi, in quello di Urbino Federico Poggetti. Il pomeriggio michelangiolesco si concluderà con un intervento dell’Avv. Nicola Azzarito, presidente di AzzA Forense.
Appassionato di poesia, soprattutto di Dante e Petrarca, Michelangelo ha composto moltissimi sonetti e madrigali, che, insieme al suo vasto corpus epistolare, rappresentano un diario dell’anima; un diario dal quale si percepisce molto delle sue amicizie e dei suoi amori. In quest’opera si focalizza l’attenzione sui suoi sentimenti per Vittoria Colonna, a volte presente anche nelle sue opere figurative, in particolare nei segreti ivi celati. Nel testo si fa menzione di alcuni di essi, sebbene in volata, come la scena impone: l’autoritratto di Michelangelo nel Giudizio Universale, ad esempio, il volto della Colonna ivi celato e la presenza di Michelangelo accanto al suo ventre nel disegno del British Museum. I due, oltre a condividere intensi sentimenti reciproci, erano avvicinati da una comune spiritualità, orientata verso una riforma della Chiesa e, per questo, in odore di Inquisizione.
Raffaella Bonsignori è partita dagli scritti di Michelangelo, ovviamente inserendoli nel contesto storico-artistico, per andare oltre la dimensione pubblica e raggiungere quella privata, “incontrare” Michelangelo uomo a dispetto del Tempo, immaginando, da narratrice, ciò che non è dato sapere. Il teatro, del resto, anche quando parla di storia deve giocare di fantasia.
La Bonsignori, già autrice dell’applaudito Giuda, interpretato sempre da Maximilian Nisi, pièce che, nel 2020, in occasione del Festival Teatrale di Borgio Verezzi, ha ricevuto anche la Menzione Speciale della Camera di Commercio «per la profondità del testo e l’alto livello dell’interpretazione», mantiene in Fuoco Sublime due sue caratteristiche di stile: l’attenzione per quelle che lei stessa chiama “storie di confine”, in perenne bilico tra bene e male, giorno e notte, realtà e irrealtà, vita e morte, e la propensione per una certa musicalità poetica, lasciando che questa accompagni le parole del Michelangelo teatrale come ha accompagnato quelle del Michelangelo reale. «Oggi c’è più che mai bisogno di sentimento, di passione e di poesia» afferma l’Autrice. «Anche con Giuda ho voluto sfidare il sistema teatrale contemporaneo, basato sull’essenzialità, sulla modernità estrema del linguaggio, inserendo qualche brano più delicato, a tratti languido, passionale, condito, a volte, da un pleonasmo, che, tuttavia, quando si parla di sentimenti, racchiude in sé il migliore dei rafforzativi; e la risposta del pubblico è stata estremamente positiva, tanto che le parti più apprezzate sono state proprio quelle più poetiche».
L’Autrice così descrive la struttura di Fuoco Sublime: «Ho immaginato la scena come se un drone invisibile potesse attraversare il tempo ed entrare, non visto, in casa Buonarroti, riprendendo una chiacchierata tra il Maestro e il suo fedele servitore ed amico Urbino. Come e perché i due parlino si scoprirà lentamente, perché fa parte del gioco teatrale. A volte ricordano amici scomparsi, o episodi del loro passato, ma, proprio come accade in una conversazione amicale vera, non tutto ciò che dicono viene spiegato o approfondito. Qualcosa deve essere lasciato volutamente volare. È uno spaccato di vita e nella vita non sempre le parole portano con sé concetti perfettamente esaustivi. Questo è il mio modo di vedere la scena. Il teatro, del resto cresce, si muove, cambia. Non può essere sempre se stesso. Prima di Beckett, di Tardieu, o di Ionesco, ad esempio, non sarebbero state pensabili pièce come le loro. Questi autori, ed altri della loro generazione, hanno rotto gli schemi della drammaturgia tradizionale, introducendo il senso dell’assurdità, la ripetitività quasi fine a se stessa, un finale non già sospeso quanto rotondo, tale che potrebbe benissimo essere un nuovo inizio. Ebbene, anche io amo uscire dagli schemi».
Dopo aver letto Fuoco Sublime la nota storica dell’arte Maurizia Tazartes si è così espressa: «Mi sono immersa completamente in Fuoco Sublime sino a commuovermi. Scritto benissimo. Michelangelo acquista una vita reale che non mi aspettavo. È un lavoro intrigante, profondo e accurato».
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